Crescere Sani

Domanda A che età deve essere fatta l'ecografia per vedere se una bambina ha una displasia dell'anca? L'esame deve essere ripetuto o basta farlo una volta sola? C'è familiarità per questa malattia?


Risposta Per definire l'età più appropriata per eseguire l'ecografia di screening della displasia dell' anca si possono considerare due principali situazioni, che vengono valutate sempre dal pediatra curante: l'assenza o la presenza di "fattori di rischio" (i principali sono l'instabilità articolare clinicamente apprezzata con la manovra di Ortolani, la familiarità, la presentazione fetale podalica, la presenza del piede torto congenito o altre malformazioni ortopediche congenite degli arti inferiori ed una condizione di oligoidramnios nel terzo trimestre di gravidanza). La familiarità va normalmente intesa in modo "stretto", vale a dire genitori/nonni. Nel caso il neonato non abbia fattori di rischio, l'epoca raccomandata per l’ecografia parte dai 45 giorni (secondo le indicazioni originarie dell' inventore del metodo diagnostico più utilizzato, il prof. Graf), ma comunemente si attesta intorno ai 60 giorni, per evitare molti "falsi positivi", dovuti semplicemente alla fisiologica immaturità dell'anca nelle prime settimane di vita. Nel caso, invece, il neonato abbia fattori di rischio, si consiglia l'ecografia subito dopo la nascita, per evidenziare displasie maggiori o sublussazioni/lussazioni ed iniziare precocemente la terapia. Per quanto riguarda eventuali controlli successivi, dipendono ovviamente dalla diagnosi posta nel corso della prima visita: in caso di maturità l'esame non viene normalmente ripetuto; in caso di immaturità o di displasie i controlli verranno eseguito in accordo con i clinici curanti (pediatra e/o ortopedico pediatra), ad iniziare generalmente da un primo controllo a 4-6 settimane dall' inizio della terapia prescritta e sino alla normalizzazione del quadro ecografico, con eventuale verifica radiografica mirata. Esperto Dr. Gianluca Da Pozzo

Domanda C'è uno sport/tipo di alimentazione che favorisca la crescita di mio figlio (4.6 anni, 99.5 cm, 25°centile), dato che la madre e io non siamo alti?


Risposta La crescita di suo figlio è in effetti prossima al 25°centile, come giustamente mi ha scritto. In linea generale, tutti gli sport di tipo aerobico (se praticati con regolarità) sono in grado di determinare una produzione di ormone della crescita. A questo proposito, abbiamo recentemente pubblicato alcuni lavori scientifici che hanno dimostrato l'importanza dell'esercizio eseguito con alcune modalità di allenamento per ottimizzare le risposte dell'ormone della crescita (può trovare questi lavori nella sezione medica del nostro sito, chiedendo al suo medico di registrarsi). Ovviamente, anche un'alimentazione adeguata e varia (e ricca di proteine) può giocare un ruolo positivo nella crescita di un ragazzo-a. Anche se, da quanto mi scrive, c'è un familiarità per bassa statura, ritengo comunque opportuno un controllo della crescita di vostro figlio presso un buon Centro che si occupa di crescita. Esperto Prof. Alessandro Sartorio

Domanda A mio figlio (19 anni, 167 cm) a 11 anni fu diagnosticato un deficit di somatomedina C in risposta all'esercizio. L'auxologo consigliò sport e alimentazione sana. Ora esiste la somatomedina C sintetica. Avrebbe potuto essere usata per lui?


Risposta La statura attuale di suo figlio è di poco superiore al 3°centile. Ovviamente questo dato deve essere visto in relazione anche alla statura dei genitori (non riportata nella sua mail) e/o di eventuali fratelli e/o sorelle del ragazzo. I livelli di somatomedina C sono generalmente valutati in condizioni basali, per cui credo che confonda probabilmente l'esame fatto con una valutazione del GH all'esercizio fisico. Attualmente è disponibile in commercio la somatomedina C sintetica, ma questa viene riservata esclusivamente a casi estremamente rari e selezionati di resistenza al GH, caratterizzati da livelli estremamente bassi di IGF-I e di IGFBP-3 che non aumentano dopo somministrazione di GH. Esperto Prof. Alessandro Sartorio

Domanda Mio figlio (14 anni, 157 cm, 52 kg) ha i genitali di dimensioni ridotte ed è un po' basso (io sono alta 163 cm, mio marito 182 cm). Quali accertamenti ci consiglia?


Risposta La crescita staturale di suo figlio è superiore al 10° centile, mentre quella ponderale è fra il 25° e il 50° centile per l'età ed il sesso. La statura attuale di suo figlio è in effetti inferiore rispetto al vostro potenziale familiare di crescita. Da quanto mi scrive, la maturazione puberale non sembra ancora iniziata. Consiglierei, in prima battuta, una radiografia del polso-mano sx per valutazione dell'età ossea e, quindi, un controllo ambulatoriale presso un Centro che si occupa di crescita e sviluppo. Esperto Prof. Alessandro Sartorio

Domanda Mio figlio (15 anni, 161 cm) sembra più basso dei coetanei. Mio marito è alto 190 cm, io 162 cm. La mia tiroidite di Hashimoto può influenzare la sua crescita?


Risposta La statura di suo figlio è circa al 10° centile per l'età ed il sesso, al di sotto del suo bersaglio familiare. Purtroppo non posso essere più preciso non sapendo esattamente la sua data di nascita e quindi la sua età esatta. La tiroidite cronica della mamma non ha influenze sulla crescita del ragazzo, a meno che anche lui non abbia lo stesso problema. Consiglio una valutazione clinica del ragazzo presso un Centro specialistico che si occupa di crescita, ove potranno essere eventualmente consigliati alcuni esami di approfondimento diagnostico. Esperto Prof. Alessandro Sartorio

Domanda Mia figlia, quasi 16 anni, è "alta" 154 cm (io sono quasi 170 cm, la mamma 165 cm). Fino a che età potrà crescere?


Risposta La statura di sua figlia è al 10° centile, in altre parole ha 90 ragazze della sua età più alte e 10 più basse. Da quanto mi scrive, anche la statura dei due genitori non è molto alta, per cui si potrebbe pensare in prima battuta ad una forma familiare di bassa statura. Per sapere quale è il residuo di crescita occorre sapere con precisione quale è il grado di maturazione puberale della ragazza e vedere il grado di saldatura delle cartilagini di accrescimento mediante una radiografia del polso-mano sinistra per valutazione dell'età ossea. Esperto Prof. Alessandro Sartorio

Domanda I coetanei di mio figlio di nove anni sono così precoci: a volte mi sembra di essere inadeguata come mamma, di non offrirgli abbastanza opportunità.


Risposta La tendenza - certamente involontaria - di molti genitori è quella di accelerare la crescita dei propri figli. Attività intellettuali adeguate ad un’età superiore, allenamenti sportivi a ritmo agonistico, giochi che stimolano l’apprendimento della matematica, dell’italiano, del computer, delle lingue straniere. In questa corsa esasperata a “diventare grandi” si dimentica che la natura non impone salti. Ogni passaggio è fondamentale per una crescita armonica: oggi i bambini conoscono molte cose in più rispetto al passato ma non sono più felici o più maturi. Conoscere, infatti, non significa possedere un sapere, farne un uso funzionale alla propria esperienza o al proprio benessere psicofisico. Fin dalla nascita i nostri bambini ricevono un vero e proprio bombardamento di notizie e sollecitazioni, conoscono ma non sanno. L’esercizio del sapere richiede invece rielaborazione, senso critico, discernimento e tutto questo non può prescindere dal tempo. Un “tempo libero”, diverso dal “tempo obbligato” delle attività regolamentate: scuola, sport, insegnamenti vari che pure sono importanti ma che, se sottraggono al bambino lo spazio spontaneo di dialogo con se stesso e con l’altro - lo spazio della fantasia -, diventano dei veleni e non delle possibilità. Stia dunque serena. Il vero sapere non è il possesso enciclopedico di conoscenze o di abilità ma l’appassionarsi, l’approfondire, il conoscersi: diventare uomini non è una gara a chi arriva primo ma richiede gradualità e paziente attesa. Esperto Prof.ssa Palmina Trovato

Domanda Mio figlio (5 anni) presenta comportamenti non adeguati quando in presenza di altri coetanei (fa il pagliaccio). Come intervenire? La pediatra ha consigliato di aspettare il rientro all'asilo.


Risposta Il consiglio che le ha dato la pediatra è appropriato, conviene sempre aspettare qualche mese per vedere se alcuni comportamenti (tipici tra l'altro della fase d'età in cui si trova suo figlio) scompaiano spontaneamente. Può quindi monitorare i comportamenti di suo figlio nei primi due mesi di asilo, chiedendo collaborazione anche alle insegnanti. Qualora i comportamenti non diminuissero consiglio di rivolgersi ad uno specialista, possibilmente uno psicoterapeuta dell'età evolutiva che comunque coinvolga tutta la famiglia nel percorso di valutazione. Esperto Dr.ssa Manuela Genchi

Domanda Ho un bambino di quasi 6 anni. E' appassionato di calcio e vorrebbe praticarlo. E' un bimbo sano, ma con poco appetito. Posso accontentarlo o è troppo piccolo?


Risposta Il suo bambino ha l'età per poter iniziare ad imparare a giocare a calcio. E' un bellissimo gioco di squadra che permetterà  a suo figlio di conoscere nuovi amici. A questa età l'aggregazione fra coetanei è veramente importante. Non le resta che iscriverlo ad una Società di Calcio con sede vicina alla sua residenza, per evitare lunghi spostamenti in macchina e perdite di tempo. Vedrà che le conoscenze di un nuovo ambiente sportivo  contribuiranno alla sua crescita e con il movimento e le prime esercitazioni  migliorerà anche il suo appetito. Esperto Franco Cotelli

Domanda Mia figlia di 10 anni e 7 mesi, 146 cm, in cura per età ossea avanzata, ha avuto il menarca a settembre. E' ancora possibile fare qualcosa?


Risposta La statura attuale di sua figlia è al di sopra del 50° centile, che corrisponde al valore mediano per l'età ed il sesso. Nel caso specifico della sua bambina la comparsa del menarca e il riferito avanzamento dell'età ossea (di quanti anni?) possono in effetti condizionare il potenziale di crescita residuo. Ovviamente la valutazione della crescita della bambina deve tener conto anche del bersaglio di crescita familiare (in altre parole, della statura dei genitori e/o di eventuali fratelli e sorelle), per capire se la statura è in linea o meno con quella dei familiari. A fronte di genitori, fratelli, sorelle della bambina di statura medio-alta il "problema" staturale della bambina diventa ovviamente più meritevole di approfondimenti e di sforzi per aiutarla nei prossimi anni.  Per levarsi ogni dubbio, le consiglio un controllo ambulatoriale di sua figlia presso un Centro che si occupa di problemi di crescita e di sviluppo. Esperto Prof. Alessandro Sartorio

Domanda Mio figlio, 12 anni, 141 cm, 33 kg, pratica calcio, ma da 2 anni la crescita è rallentata (10°- 25° centile). E' stato sottoposto ad accertamenti. Io sono alto 182 cm, mia moglie 163 cm. Dobbiamo fare altri esami?


Risposta In effetti la crescita staturo-ponderale attuale di vostro figlio si colloca ai limiti inferiori della norma per l'età ed il sesso (< 10° centile per la statura, circa al 3° centile per il peso). Il recente rallentamento della velocità di crescita staturale (10-25° centile) e i ridotti valori di IGF-I (indicatore della produzione di ormone della crescita) possono essere motivo di ulteriori approfondimenti diagnostici mirati (su indicazione specialistica), tenuto conto anche del buon potenziale di crescita familiare (ben distante dal centile staturale attuale di vostro figlio). Esperto Prof. Alessandro Sartorio

Domanda Ho tre figli. Spesso mi chiedono perché gli adulti mentono e vivono in un modo che non corrisponde a quello che insegnano. Noi adulti non ci facciamo più caso, ma i bambini che stanno crescendo lo notano. Cosa posso dire loro?


Risposta Il tema che la sua lettera affronta è quello della coerenza, del dire una cosa e farne un’altra, dell’ipocrisia che - come giustamente nota - i bambini vedono di più degli adulti, i quali ci sono più abituati e in un certo qual modo la tollerano. È un atteggiamento comune a tutti. Perciò vorrei spostare la questione che lei pone dal comportamento contraddittorio al grado di consapevolezza che se ne ha. L’educatore, l’insegnante, il genitore, non dovrebbero tirarsi fuori dai giochi e dire io ne sono immune; gli altri sì ne sono toccati, ma noi no, nella nostra famiglia non facciamo mai così. In questo contesto è giusto stigmatizzare i comportamenti incoerenti, ma è ugualmente pernicioso istruire i propri figli a pensare che nel proprio mondo non è così, che è tutto buono e bello. La verità va sempre cercata. Non è mai il risultato di una semplice equazione numerica. E cercare la verità significa scoprirsi, sentirsi coinvolti in questo processo di svelamento di sé. Educare il figlio a riconoscere le proprie passioni e pulsioni, piuttosto che a negarle, a capire che anche in lui (in noi!) c’è dell’egoismo e della falsità che vanno combattute, questo equivale a fare la verità dentro di sé e solo questo lavoro può renderci tutti più veri. Esperto Prof. Lucio Coco

× Ciao sono Camilla
Sono il tuo assistente personale Cresceresani. Se vuoi puoi parlare con me nella tua lingua :)
Camilla
chiedi a Camilla
Camilla    
disclaimer
POWERED BY ANTHERICA