Crescere Sani

Dr.ssa Manuela Genchi
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Dr.ssa Manuela Genchi

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Psicologia dello sviluppo infantile e adolescenziale, Conflittualità intra-familiare, Problematiche psicologiche legate all'alimentazione (DCA, obesità), Difficoltà e dubbi nella comunicazione con bambini e adolescenti.

Curriculum

Psicologa - Psicoterapeuta familiare. Ph.D. in Psicologia clinica. Psicologa di riferimento nel reparto di Auxologia dell'Istituto Auxologico Italiano. Docente a Contratto presso l'Università degli Studi di Bergamo, Facoltà di Scienze della Formazione.

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Domanda Sono una mamma adottiva di una bimba vietnamita. Il padre ha un buon rapporto e sta con lei durante il giorno anche in mia assenza. Quando deve andare a letto la bimba non vuole staccarsi da me e ha bisogno di contatto fisico. Cosa fare?


Risposta Mi sembra del tutto normale che la sua bimba, data la sua storia, a suo modo segnali il bisogno di affetto fisico soprattutto la sera. Un tentativo che si potrebbe fare per rendere meno "traumatico" il momento della nanna è quello di inserire gradualmente anche il papà: in una fase iniziale potete stare tutti e tre insieme. Nel momento dell'addormentamento potreste creare dei piccoli rituali esclusivamente vostri in cui ognuno dei tre abbia il suo ruolo (ad es. cantando insieme una ninna nanna a tre voci o recitando una filastrocca della buona notte ognuno con la sua frase...). Sotto forma di gioco potrebbe essere lei ad includere il papà, chiamandolo, coccolandovi tutti e tre...in modo che la sua bimba apprenda da lei che anche il papà è capace e importante nella fase della buonanotte. Mi sembra inoltre giusto sottolineare che tutto dovrebbe essere molto graduale e naturale, rispettando i "tempi affettivi" di tutti e tre e senza mai forzare la mano.

Domanda Mio figlio (5 anni) presenta comportamenti non adeguati quando in presenza di altri coetanei (fa il pagliaccio). Come intervenire? La pediatra ha consigliato di aspettare il rientro all'asilo.


Risposta Il consiglio che le ha dato la pediatra è appropriato, conviene sempre aspettare qualche mese per vedere se alcuni comportamenti (tipici tra l'altro della fase d'età in cui si trova suo figlio) scompaiano spontaneamente. Può quindi monitorare i comportamenti di suo figlio nei primi due mesi di asilo, chiedendo collaborazione anche alle insegnanti. Qualora i comportamenti non diminuissero consiglio di rivolgersi ad uno specialista, possibilmente uno psicoterapeuta dell'età evolutiva che comunque coinvolga tutta la famiglia nel percorso di valutazione.

Domanda Mio figlio (7 anni), precoce in tutto, diligente a scuola e fuori, da qualche giorno prima di andare a dormire sembra simulare un amplesso con il cuscino. Io e mia moglie non sappiamo come comportarci.


Risposta La sessualità fa parte della vita di ogni individuo, per cui l'interesse verso il proprio corpo e quello degli altri rientra nel normale percorso evolutivo di ognuno di noi, che inizia con la nascita. In quest’ottica il comportamento di suo figlio può essere considerato normale. Ciò non toglie che se si evidenziassero altri comportamenti: nei disegni, nelle attività ludiche, nella modalità di rapportarsi con adulti e coetanei, sarebbe opportuno aprire un dialogo direttamente con il bambino su tali comportamenti. È importante infatti riuscire a comunicare e mantenere sempre aperta una possibilità di scambio di idee con i propri figli sul tema della sessualità: i bambini fanno spesso domande riguardanti il corpo (differenze tra il corpo dei maschi e quello delle femmine, come nascono i bambini, ecc...) e occorre saper rispondere loro senza imbarazzi. Può capitare ad esempio che i  bambini imitino qualcosa visto in televisione. Se il canale del dialogo è aperto si può affrontare insieme qualsiasi tema.

Domanda Ho due bambini piccoli (4 anni e mezzo e 3 anni). La prima è sempre stata molto gestibile, il secondo rifiuta qualsiasi forma di autorità e quando si impunta è difficile smuoverlo. La situazione potrebbe peggiorare con la crescita?


Risposta Il suo bambino si trova in una fase di vita caratterizzata dal "no", ciò significa che sta imparando ad essere un individuo differenziando i propri voleri rispetto a quelli altrui. E' una tappa di vita fondamentale che ogni bambino attraversa in forma più o meno intensa ed evidente. La sua primogenita potrebbe essere sembrata più gestibile, anche per la differenza di sesso. Trattandosi di fasi può capitare che i bambini fatichino a passare alla tappa successiva di sviluppo. In questo caso appare fondamentale il ruolo dei genitori che di fronte ai "no" dei propri figli sappiano reagire con fermezza mettendo i giusti "paletti".

Domanda Mia figlia (15 anni) ha un seno molto piccolo e si sente a disagio con le amiche. Non vorrei se ne creasse un problema. Cosa posso fare?


Risposta Il corpo per tutti gli esseri umani è un importante "ponte" nella relazione con gli altri. Le trasformazioni e i cambiamenti a livello corporeo mettono sempre in crisi quella che è la propria immagine corporea, ovvero il modo in cui la persona considera e sperimenta il proprio corpo sia a livello cognitivo che emotivo. L'adolescenza è una fase di rielaborazione corporea, sociale e personale della propria identità. É normale, anzi auspicabile, che il corpo diventi quindi oggetto di riflessione e rielaborazione. Sua figlia, come tutti gli adolescenti, sperimenta sulla propria pelle che il corpo non è perfetto. Mi sembra importante sottolineare e aprire un dialogo che porti a riflettere sul fatto che la femminilità non può e non deve passare attraverso dei "dettagli" quali le misure, le taglie, l'altezza... Potrebbe essere utile che lei come mamma si confronti con sua figlia sulla complessità di fattori fisici, emotivi, cognitivi che contribuiscono nella totalità a creare l'identità femminile.

Domanda Mia figlia (5.6 anni) mentre faceva il bagno si è spaventata per il fumo uscito da una presa che ha fatto contatto. Ora va meglio, ma è diventata gelosa del fratellino di 2 anni. Cosa fare?


Risposta Suppongo che l'episodio della presa non abbia spaventato solo la sua bimba, ma anche lei o chi si trovava in bagno con la bambina. Ragione per cui la reazione di paura e i comportamenti che sono seguiti a tale episodio mi sembrano del tutto normali. Anche la gradualità con cui piano piano le reazioni allo spavento si stanno affievolendo indicano una risoluzione naturale della paura. L'importante è comunque parlare di questi timori e spiegare che possono accadere piccoli incidenti domestici a cui la mamma e il papà sanno far fronte. Per quel che riguarda la "gelosia" verso il fratellino, probabilmente non si era mai manifestata prima, perchè era piccolo e quindi mostrava meno il suo carattere e la sua volontà. La sua bambina dovrà trovare un nuovo modo di relazionarsi con il fratellino che sta anche lui crescendo e mostrando la propria individualità. Può aiutare la sua bambina ascoltando quelle che sono le sue preoccupazioni (mio fratello mi sta portando via il posto?) e mostrandole con i gesti e con le parole che anche lei ha il suo spazio che è unico e diverso da quello del fratellino.

× Ciao sono Camilla
Sono il tuo assistente personale Cresceresani. Se vuoi puoi parlare con me nella tua lingua :)
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