Crescere Sani

Dr. Gianluca Da Pozzo
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Dr. Gianluca Da Pozzo

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Valutazione radiologica dell'età ossea, screening ecografico neonatale displasia dell'anca.

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Specialista in Radiodiagnostica e Scienze delle immagini. Membro delle sezioni di radiologia ed ecografia pediatrica della Società Italiana di Radiologia e Medicina Nucleare e della Società Europea di Radiologia Pediatrica. Collabora dal 1990 con l'Istituto Auxologico Italiano, ove è referente per la radiologia e l'ecografia pediatrica.

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Domanda A che età deve essere fatta l'ecografia per vedere se una bambina ha una displasia dell'anca? L'esame deve essere ripetuto o basta farlo una volta sola? C'è familiarità per questa malattia?


Risposta Per definire l'età più appropriata per eseguire l'ecografia di screening della displasia dell' anca si possono considerare due principali situazioni, che vengono valutate sempre dal pediatra curante: l'assenza o la presenza di "fattori di rischio" (i principali sono l'instabilità articolare clinicamente apprezzata con la manovra di Ortolani, la familiarità, la presentazione fetale podalica, la presenza del piede torto congenito o altre malformazioni ortopediche congenite degli arti inferiori ed una condizione di oligoidramnios nel terzo trimestre di gravidanza). La familiarità va normalmente intesa in modo "stretto", vale a dire genitori/nonni. Nel caso il neonato non abbia fattori di rischio, l'epoca raccomandata per l’ecografia parte dai 45 giorni (secondo le indicazioni originarie dell' inventore del metodo diagnostico più utilizzato, il prof. Graf), ma comunemente si attesta intorno ai 60 giorni, per evitare molti "falsi positivi", dovuti semplicemente alla fisiologica immaturità dell'anca nelle prime settimane di vita. Nel caso, invece, il neonato abbia fattori di rischio, si consiglia l'ecografia subito dopo la nascita, per evidenziare displasie maggiori o sublussazioni/lussazioni ed iniziare precocemente la terapia. Per quanto riguarda eventuali controlli successivi, dipendono ovviamente dalla diagnosi posta nel corso della prima visita: in caso di maturità l'esame non viene normalmente ripetuto; in caso di immaturità o di displasie i controlli verranno eseguito in accordo con i clinici curanti (pediatra e/o ortopedico pediatra), ad iniziare generalmente da un primo controllo a 4-6 settimane dall' inizio della terapia prescritta e sino alla normalizzazione del quadro ecografico, con eventuale verifica radiografica mirata.

Domanda Sono la mamma adottiva di un bimbo abbandonato (età presunta 8 anni, ma forse più piccolo). Vale la pena valutare l'età ossea?


Risposta Pur considerando che la valutazione dell' età ossea fatta da radiologi esperti su un esame condotto con tecnica appropriata è in grado di fornire una stadiazione affidabile dell' età biologica di un bambino/a, non dobbiamo dimenticare che si tratta pur sempre di un esame radiografico. Per quanto l'esposizione alle radiazioni in questo tipo di esame sia molto bassa (e giudicata del tutto trascurabile ove esista un'indicazione clinica all'esame). Le consiglierei comunque di valutare con il suo Pediatra curante se ci siano in effetti motivi validi per effettuarla.  A mio avviso la giustificazione per una valutazione dell’età ossea deve andare al di là della legittima "curiosità" circa la sospetta discrepanza tra età anagrafica e supposta età biologica del bambino. Ritengo che questo esame debba essere eseguito se il pediatra ha qualche dubbio circa lo sviluppo staturo-ponderale del bambino, oppure se sono presenti altri segni o sintomi che possono far pensare ad un problema della sua crescita.

× Ciao sono Camilla
Sono il tuo assistente personale Cresceresani. Se vuoi puoi parlare con me nella tua lingua :)
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