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Aiutiamoli a crescere bene. I consigli dei medici a mamme e papà

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Domanda

L'esercizio fisico può condizionare la crescita?

Risposta

È probabile che l'attività fisica che un bambino pratica normalmente non sia in grado di influenzare la crescita in modo significativo. Recentemente e in modo sempre più crescente, nelle società occidentali l'importanza dello sport e dell'esercizio fisico è stata sottovalutata rispetto agli inizi del secolo e sostituita dal divertimento di tipo sedentario offerto da televisione, video e computer. In effetti, la mancanza di un livello base di attività fisica può essere dannosa per lo sviluppo fisico, mentale e intellettuale e per la crescita normale di ossa e muscoli di un bambino. L'aspetto più ovvio è la necessità di bilanciare l'assunzione di alimenti con l'attività fisica, in modo da evitare l'obesità e aumentare la massa muscolare del bambino. L'uso scarso e per periodi prolungati di parti corporee può causare un danno e/o patologie ossee e articolari, che portano a una conseguente riduzione della crescita ‘localizzata'. Gli eccessi di attività fisica possono essere raramente dannosi per la crescita e lo stato di benessere generale, anche se talvolta l'attività sportiva a livello agonistico per lunghi periodi competitivi sembra in grado di rallentare la crescita e la pubertà, soprattutto nelle ragazze. La pratica di sport e il relativo allenamento non hanno effetti evidenti sulla crescita in altezza e sulla velocità di crescita staturale (quanto un bambino cresce per anno) nei bambini e negli adolescenti sani, nutriti in modo corretto. Con poche eccezioni, gli atleti di ambo i sessi di diversi sport hanno, in media, altezze simili o superiori rispetto a quelle dei non-atleti. Le uniche eccezioni sono le ginnaste e le pattinatrici, ossia quelle discipline sportive in cui le partecipanti che hanno buoni risultati tendono a essere di statura inferiore rispetto alla media. La taglia corporea più piccola delle atlete di questi due sport è generalmente già evidente prima di iniziare l'attività, a indicare che in questi sport esiste una selezione che porta a prediligere i bambini/e bassi/e. Spesso, le ginnaste e le pattinatrici hanno anche genitori più bassi della media, suggerendo il contributo familiare alla loro bassa statura. Diversamente dall'altezza, il peso corporeo e la composizione corporea del bambino possono essere influenzati dall'attività fisica regolare. L'esercizio fisico si associa a una riduzione della massa grassa e, talvolta, a un aumento della massa magra, soprattutto nei ragazzi. Le variazioni della massa grassa si hanno solo con un'attività fisica regolare e continuativa (o con una restrizione calorica, come accade spesso nelle ginnaste e nelle ragazze che fanno danza e nei ragazzi che praticano lotta). Quando l'allenamento si riduce molto, il bambino tende ad accumulare grasso. D'altra parte, durante l'adolescenza è difficile separare gli effetti specifici dell'allenamento sulla massa magra dalle variazioni attese con la crescita normale e la maturazione sessuale. Questo è soprattutto vero nei ragazzi, dato che la percentuale di massa magra si raddoppia durante il picco di crescita e la maturazione sessuale.

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Adolescenza: un problema in crescita

Adolescenza: un problema in crescita

Domanda

Quanta attività fisica dovrebbe fare un adolescente?

Risposta

Nelle società occidentali l'importanza dell'attività fisica è stata sottovalutata dalle autorità sanitarie e scolastiche e il feeling dei bambini e degli adolescenti nei confronti dei giochi all'aria aperta e dello sport si è progressivamente ridotto, sostituto da quel tipo di divertimento sedentario che è offerto dalla televisione, dai videogiochi e dai computer. La mancanza di una regolare attività fisica può essere veramente dannosa per lo sviluppo fisico, mentale e intellettuale di un ragazzo/a, dato che essa è importante anche per la normale crescita ossea e muscolare. Ovviamente, a questa età bisogna bilanciare la quantità degli alimenti assunti con la quantità di attività fisica svolta, per evitare la comparsa di obesità e l'aumento non proporzionato delle masse muscolari. L'attività muscolare deve essere sviluppata in modo graduale se il ragazzo/a vuole praticare uno sport molto impegnativo. Questo è particolarmente vero se il ragazzo/a non è sviluppato a sufficienza da un punto di vista di forza muscolare, soprattutto se ha anche uno sviluppo puberale ritardato (con un rischio maggiore di avere traumi, distorsioni ecc.). Un eccesso di peso (e l'obesità) riduce la resistenza e la capacità di praticare attività fisiche; la riduzione ponderale deve essere graduale e non brusca durante il periodo dell'adolescenza, determinando una variazione appropriata della massa grassa e di quella magra (nel rispetto della crescita staturale). La miglior performance di un atleta adolescente dipende dall'avere una buona composizione corporea (rapporto massa magra/grassa), per cui una riduzione eccessiva della massa grassa può avere effetti negativi. L'allenamento sportivo e le competizioni non influenzano negativamente la crescita fisica e lo sviluppo puberale e gli atleti giovani di ambo i sessi crescono come i coetanei sedentari, anche se il momento di comparsa dello sviluppo puberale può essere abbastanza differente. L'allenamento con i pesi è probabilmente innocuo (anche se a lungo termine può dare dei problemi), purché siano adatti e non così eccessivi da danneggiare la colonna vertebrale. Ovviamente, il pericolo è maggiore se queste attività sono praticate senza un attento e corretto controllo. Le ragazze sono capaci, con un allenamento adeguato, di praticare qualsiasi attività fisica anche intensa, ma hanno un rischio più elevato di trauma sportivo negli sport di contatto corporeo. Contrariamente a quanto si pensa comunemente, la pratica di questo tipo di sport fisici non ha effetti negativi su fertilità e gravidanze future. Le ragazze che sono abituate a praticare attività fisica e a fare allenamenti regolari hanno infatti meno complicanze gravidiche rispetto alle sedentarie, il tempo del parto è generalmente più rapido, in quanto i muscoli dell'addome e del pavimento pelvico sono più sviluppati. Le mestruazioni, associate o meno a dolore mestruale, non hanno effetti negativi sulle performance sportive. Un'attività competitiva non appropriata, con un super-allenamento associato a perdita di peso e massa grassa, può causare irregolarità mestruali e flussi dolorosi (dismenorrea). Purtroppo l'attività fisica ripetitiva e prolungata è spesso responsabile della cosiddetta ‘sindrome da abuso', che fortunatamente non è così comune nei bambini più giovani. Più spesso si ha un'infiammazione dovuta agli stress ripetuti o all'uso eccessivo di muscoli e articolazioni, che si associa a dolore e limitazioni funzionali. Queste sindromi da abuso compaiono con gradualità, in netto contrasto con l'esordio brusco dei traumi sportivi, che sono solitamente più gravi. In quasi tutte queste situazioni i disturbi sono legati a una specifica attività e il recupero completo è possibile solo quando quella determinata attività è ridotta, cambiata o interrotta. In circa l'80% degli atleti questi sintomi compaiono a seguito di un cambio recente nel tipo di attività fisica, o dopo aver acquisito una nuova tecnica, o dopo un aumento significativo del carico di lavoro della seduta di allenamento.

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Risposte alle domande

Domanda

Ho due figli di 12 e 15 anni. Il più giovane è socievole, il più grande introverso. Nasce da insicurezza, gelosia per il fratello o pigrizia? E' normale in adolescenza non sentirsi partecipi di un gruppo?

Risposta

Il quesito che lei pone mi pare composto di due parti tra loro intrecciate, ovvero il tema del rapporto tra fratelli, con particolare attenzione al fratello maggiore, e lo sviluppo dei rapporti sociali in adolescenza. Si tratta di due questioni molto interessanti, complesse e ricche di possibili spunti. Proprio per la complessità dell’argomento non mi sarà possibile essere esaustivo, ma la mia risposta vuole essere occasione per delineare alcune linee di sviluppo che potranno essere da lei ulteriormente approfondite. Va, inoltre, precisato, che nel mondo della psiche umana, non è mai possibile generalizzare, ma ogni situazione deve sempre essere contestualizzata attraverso la raccolta e l’approfondimento di molti aspetti che dalle poche righe della sua domanda non è possibile evincere.  In merito alla prima parte del quesito è frequente che i primogeniti vivano l’arrivo dei fratelli minori sentendosi defraudati del ruolo di “piccoli”, sentendosi spinti ad essere “grandi”, da cui alcune forme di gelosie. Le gelosie possono tradurre il desiderio/bisogno di essere ancora riconosciuti come “piccoli” e la paura, che può diventare angoscia, di non essere amati più come prima dai genitori, come se l’amore fosse a sommatoria zero: più ce n’è per gli altri meno ce n’è per me. Da ciò ne deriva che è importante aiutare i figli a sperimentare che l’amore è “espansivo”, per cui ciascuno ne può ricevere secondo i propri bisogni/desideri, che devono essere riconosciuti dai genitori in modo specifico per ciascun figlio. L’interesse per l’altro, come persona unica e irripetibile, aiuta il figlio a sperimentare che ciascuno ha un posto speciale nel nostro cuore, un posto che può avere diverse caratteristiche ma che è egualmente intenso nell’affetto. Circa la seconda parte del quesito si può ipotizzare che suo figlio maggiore, non ricercando spontaneamente la vita sociale, vuol comunicare inconsapevolmente il desiderio che voi genitori vi occupiate “ancora” di lui. Potrebbe, inoltre, temere che, nella misura in cui sviluppasse relazioni significative fuori dalla famiglia, voi genitori vi possiate “ingelosire”, da cui le sue titubanze. E’ importante che voi, come genitori, continuiate ad impegnarvi nell’aiutarlo a trovare occasioni di socializzazione, senza scoraggiarvi di fronte a suoi eventuali rifiuti, che possono essere letti come un modo per mettere alla prova la tenuta del vostro amore per lui, ma anche senza forzare le sue scelte (le proposte non vanno imposte!). A volte i rifiuti di fronte alle proposte generano irritazione, per cui è importante provare a non rispondere al rifiuto con il rifiuto, la chiusura o il conflitto. A volte, tuttavia, gli atteggiamenti di chiusura in adolescenza sono sottovalutati, mentre possono essere l’espressione di un malessere. In tal caso è utile farsi aiutare da uno psicologo per verificare l’eventuale necessità di un percorso terapeutico. Infine è utile precisare che la percezione di insicurezza e confusione che avvertiamo come genitori può tradurre la percezione di insicurezza e confusione dei nostri figli. A volte sono i nostri figli che, entrando in sintonia con noi genitori, mostrano, attraverso i loro comportamenti, le nostre insicurezze, confusioni, incertezze e disagi, nonostante i nostri tentativi di proteggerli. E’ importante per i genitori affinare l’ascolto dei propri come degli altrui vissuti (pensieri, sentimenti, emozioni), così che possano diventare una bussola che li aiuti a orientarsi nel mare della vita, senza dimenticare mai che alla nascita di un figlio ci troviamo sempre di fronte tre “neonati”: il figlio, la madre e il padre (i quali non sono nati già genitori, ma hanno bisogno e diritto di ricevere anche loro le cure e le attenzioni necessarie per diventarlo!).

Dr.ssa Manuela Genchi
Domanda

Mia figlia (15 anni) ha un seno molto piccolo e si sente a disagio con le amiche. Non vorrei se ne creasse un problema. Cosa posso fare?

Risposta

Il corpo per tutti gli esseri umani è un importante "ponte" nella relazione con gli altri. Le trasformazioni e i cambiamenti a livello corporeo mettono sempre in crisi quella che è la propria immagine corporea, ovvero il modo in cui la persona considera e sperimenta il proprio corpo sia a livello cognitivo che emotivo. L'adolescenza è una fase di rielaborazione corporea, sociale e personale della propria identità. É normale, anzi auspicabile, che il corpo diventi quindi oggetto di riflessione e rielaborazione. Sua figlia, come tutti gli adolescenti, sperimenta sulla propria pelle che il corpo non è perfetto. Mi sembra importante sottolineare e aprire un dialogo che porti a riflettere sul fatto che la femminilità non può e non deve passare attraverso dei "dettagli" quali le misure, le taglie, l'altezza... Potrebbe essere utile che lei come mamma si confronti con sua figlia sulla complessità di fattori fisici, emotivi, cognitivi che contribuiscono nella totalità a creare l'identità femminile.

Riconoscimenti

× Ciao sono Camilla
Sono il tuo assistente personale Cresceresani. Se vuoi puoi parlare con me nella tua lingua :)
Camilla
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